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23 AGOSTO 2002

COMPLEANNO DI MARTINA

 

 

 

Sembra ieri che con il mio cappellino rosso correvo, mano nella mano con papà, tra la brecciolina della Villa, desiderosa di andare sull’altalena o a dare mangiare alle caprette… E oggi mi sveglio e sono grande, compio 18 anni, non so da quanto aspettavo questo giorno, per fare cosa poi non so…Forse per stare insieme alle persone a cui voglio bene, per sentirmi coccolata ed essere consapevole del vero affetto che gli altri provano per me. E’ stato un grande giorno, pieno di sorprese, telefonate, messaggi e regali e per una sera mi sono sentita al centro del mondo, il mio mondo, ed era quello che volevo anche se, inconsciamente, è stato un saluto alla mia vita da bambina, da oggi la vita dovrò giocarmela io senza più avere un “paracadute” , come in molti mi hanno fatto capire. Questo un po’ mi rattrista perché le paure per il futuro sono tante, ma voglio comunque conservare il ricordo stupendo di questa magica serata in cui molti desideri sono divenuti realtà.


 

 

 

Dedica del mio papino

Era un bel dì del mese d’agosto, il ventitré dell’ottantaquattro,

ti sei affacciata su questo lato del mondo,   

eri solo un po’ piccola e lievemente scarnita,

qualche giorno nel nido e poi via subito a casa.

Ti fu imposto il nome Martina e il dottore annunciò

Che saresti ben presto cresciuta.

Tra le braccia materne con latte, frullati e pappette

Sei alquanto aumentata di peso, hai pronunciato la prima parola…

Sei arrivata perfino a camminare da sola

Con gaudio perenne della cara nonnetta.

Poi via a passeggio lungo viali alberati a dar da mangiare

ad oche assonnate, un trenino di bimbi, il parchetto dei giochi

Quante altalene e girelli prima di potersi recare, levandosi

Il ciuccio, a scuola materna.

Lavoretti, disegni, collage, maestre solo un poco sbadate,

ma quanti giochini con gaie ed intriganti compagne.

Venne settembre, primo giorno di scuola con quel grembiulino

e quelle treccine sembravi senz’altro la vispa teresa ,

figura sognante in perplessità.

I primi dettati, fare di conto, quella lingua un po’ strana

Ma quanta fatica, e poi…a che scopo?

E quelle maestre Anna, Maria, esempi d’impegno, di serenità, di lungimiranza.

Candeline fumanti, un battito d’ali e sei già in prima media.

Ambienti più grandi, professori più burberi, nuove compagne,

che affanni e che preoccupazione per quei viaggi oltreManica.

Ma lei è felice di quelle nuove esperienze e malgrado il patema è in buone mani.

Insieme alle amiche hai fatto l’esame più egregio

E per sempre hai lasciato quell’allegro sipario, dolce e fiorita  

si schiude alla breve romanza di mille promesse la vita.

Altre candele, altri bignè, ora siamo in via Vernia ,

glorioso liceo, ambienti un po’ démodé, che affanno

per quel primo anno passato sui testi si scuola solo un poco indigesti.

Ti iscrivi agli scout, nuove esperienze, nuovi pensieri, nuove amicizie

Azioni e propositi per solidarietà, calzoni a tre quarti ma cervello completo.

Passano altri anni, oh! Musica, lieve sussurro, e già nell’animo, ascoso,

forse sorride lo sposo promesso, il principe azzurro.

Quante margherite a passeggio sfogliate per sortilegio si teneri versi,

cor,  amor ed augelli in perenne tormento.

Ma ogni tanto il babbino, signore, a dir il vero, di molto riguardo,

forse un po’ troppo, giungeva per riportarti alle cose terrene.

Uffa! Che palle! Non se ne può più!

Coraggio Martina devi pur convenire che l’esperienza c’insegna

Tutto quel che si fa è per il tuo bene,

vedrai che un giorno anche tu ne dovrai convenire.

Ma adesso si balli, si canti, ci si diverta perché è festa,

si signorina hai raggiunto l’invidiabile età dei diciotto.

Auguri Martina e buona fortuna a te, ai tuoi amici, ai tuoi cari “vecchietti”

Che in questa serata, a dir poco speciale, ti tengon bottone

Auguri di cuore di buon compleanno.

Papà 


 

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